Categoria: Oggetti
La memoria del mare è oggi soprattutto quella portata dagli oggetti persi dai migranti naufraghi, che il mare trattiene e restituisce ai nostri sguardi.
Jacques Tati è uno dei grandi registi della storia del cinema, anche se oggi appare forse un po’ troppo dimenticato. Più di altri ha posto al centro dei…
L’ultimo trasloco della mia vita è avvenuto il 18 luglio di quest’anno, l’anno del virus, dello “stai a casa”. Me ne vado con mia moglie da Milano, dopo…
Le finestre di Béla Tarr è il titolo di un mio video footage dedicato al grande regista ungherese, da me scoperto solo di recente, che presento qui di…
“Non si pensa abbastanza alle scale. Niente era più bello, nelle vecchie case, delle scale. Niente è più brutto, più freddo, più ostile, più meschino, nei palazzi d’oggi….
Gli oggetti della casa producono le ombre dell’abitare intimo. Una casa è un regno d’ombre
l mondo è una mescolanza intima e vitale di oscurità e luce. Ombra e luce non si oppongono l’una all’altra, ma si legano indissolubilmente tra loro.
Nel cinema di Ernst Lubitsch le porte giocano un ruolo assolutamente fondamentale.
Avevo vent’anni, giocavo a flipper. La biglia argentata rimbalzava tra passaggi, relè, buche, luci e segnali acustici, scivolando imponderabile come i nostri sogni.
Chissà quante porte, ogni giorno, apriamo e chiudiamo, pensando magari ad altro o parlando al cellulare.
Una bella poesia d Enzensberger del 1957 inizia così: “Non leggere odi, figlio mio, leggi gli orari ferroviari//sono più esatti”. Oggi, l’invito premuroso di Enzensberger cadrebbe nel vuoto.
Ci vorrebbe una storia geografica delle panchine e del sedersi, di come il sedersi sia cambiato nel tempo, nei luoghi, nelle culture.
Le scarpe diversamente abbandonate sono tornate a farsi vive dopo essersi celate per diversi mesi al mio sguardo rasoterra.Ogni tanto le cercavo, le monelle, chiedendomi dove fossero finite,…
Lungo il viale che da Sos Alinos porta alla spiaggia di Cala Liberotto si trova, sul lato destro, una cabina telefonica ormai in disuso da diversi anni.
Ci sono queste persone, soprattutto bambini, che si fanno fotografare con il viso incorniciato in un apposito buco ritagliato in tavole di compensato dipinte con varie scene.