Il muro degli studenti nuoresi è il muro dell’autostazione di viale Sardegna di Nuoro. È un muro in cemento piuttosto lungo che separa il piazzale con gli stalli…
“Funtana ‘e Milianu” e “Sa ‘e sos Frores” sono i nomi o toponimi di due luoghi del monte Ortobene poco distanti l’uno dall’altro, un quarto d’ora a piedi…
“Il giorno del giudizio” è il titolo del celebre romanzo di Salvatore Satta, “uno dei capolavori della solitudine nella letteratura moderna” (George Steiner).
Via XX Settembre è una via del centro storico di Nuoro. Procede quasi parallela, in leggero declivio, al vicinissimo Corso Garibaldi, ma con questo non ha nulla da…
Sas Birghines: i nuoresi chiamano così le domus de janas del Monte Ortobene, il loro monte. “L’Ortobene è uno solo in tutto il mondo; è il nostro cuore,…
La Mappa Letteraria di Nuoro è una mappa digitale a libero accesso che raccoglie e organizza citazioni riferite a luoghi della città contenute nelle opere letterarie scritte nel…
“La montagna mi guarda”, diceva Paul Cézanne dipingendo per l’ennesima volta la montagna di Saint-Victoire, ossessione della sua vita. Potrei dire un po’ la stessa cosa per il…
Lollove è una frazione del comune di Nuoro, che dista una quindicina di chilometri dal capoluogo. Sorge solitaria tra i boschi di querce della montagna nuorese e guarda…
Visti di spalle è molto diverso, e forse anche più intrigante, di visti di fronte. Una persona vista da dietro nasconde principalmente il suo volto, la sua identità,…
“Nuoro città di Grazia Deledda” è la frase a caratteri cubitali stampata sulla gigantografia che campeggia in corrispondenza della rotonda d’ingresso, di solito molto trafficata, al capoluogo barbaricino.
Il Terzo paesaggio è il paesaggio dei terreni abbandonati, degli incolti, degli spazi indecisi, che vengono occupati dalle diverse specie vegetali spontanee in perpetuo movimento.
L’erba in città abita spesso i luoghi dell’abitare umano, come ad esempio i muri e le case abbandonate. E’ in questi spazi che la vita vegetale incontra più…
Selvatico urbano è il nome del mio progetto di osservazione visiva della flora selvatica di città, che conosce un particolare rigoglio in questi tempi bui di Covid-19.