Come tutti i piazzali, Piazzale Lotto è una grande piazza con poche case intorno, cioè una non piazza. E’ tagliata in due dalla circonvallazione esterna, dove su corsie parallele transitano in direzioni opposte i bus 90 e 91,  circolare destra e circolare sinistra, che nel piazzale fanno capolinea ai lati della strada passante.

Siamo in prossimità dell’Ippodromo, dello Stadio San Siro, mentre il Lido si affaccia direttamente sulla parte alberata del piazzale. Sono strutture nate tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, quando tutto intorno era ancora campagna e i milanesi venivano qui per divertirsi e respirare aria buona. Questi luoghi dello svago si sono ingranditi e ammodernati, ma l’aria non è più la stessa. L’aria di oggi è il gas irrespirabile delle migliaia e migliaia di veicoli che ogni giorno attraversano piazzale Lotto, facendone uno dei principali snodi della mobilità metropolitana.

Chi potrà mai sedersi su quella panchina solitaria sotto i platani per raccogliersi in se stesso o leggere un libro?

90 e 91

La vita umana di questo vasto piazzale semi periferico (o semi centrale) è scandita soprattutto dagli arrivi e dalle partenze dei filobus delle due linee , 90 e 91, dai quali scendono e sui quali salgono numerosi passeggeri. Diversi di questi umani scendono di corsa dal bus in arrivo per risalire, sempre di corsa, su quello in partenza e proseguire il viaggio. Sui mezzi c’è grande affollamento, specie di immigrati stranieri, e bisogna stare ben attenti a borsette e portafogli.

Questo continuo arrivare-partire e scendere-salire costituisce il vero spettacolo visivo e umano del piazzale, la sua pulsazione. Il ritmo convulso della città inter etnica e dei flussi, incrocia ogni giorno, qui al Lotto, migliaia di traiettorie diverse, di biografie passeggere, di cui il piazzale conserva per qualche istante le tracce frettolose e immemori. 

Potremmo quasi dire che a piazzale Lotto la “piazza” sale sul pullman e ne va in giro per Milano compiendo un percorso orbitale sul limitare delle periferie.