Sino a qualche anno fa, piazzale Segesta, zona San Siro, era un luogo degradato, sporco, inospitale.  Nel 2015 è arrivata la Metropolitana 5, la cosiddetta Lilla, e il piazzale, almeno in parte, è stato riqualificato. Là dove c’erano le sterpaglie, nella terra di nessuno, ora ci sono le panchine, le aiuole, gli alberelli, i giochi per i bambini. Gli abitanti, in prevalenza immigrati stranieri, hanno ripreso possesso del luogo. Con la riconquistata socialità, il piazzale è diventato più piazza.

Le mamme magrebine si siedono sulle panche, chiacchierano, ridono, mentre i loro piccoli scorrazzano felici. Poche le mamme italiane, che se ne stanno da un’altra parte.  Da due antiche e magnifiche “vedovelle” in ghisa sgorga incessante l’acqua preziosa.  C’è il sole, non si sta male. E’ però tutta una zona di case popolari carente di servizi e luoghi di aggregazione. Per abitare realmente questi luoghi la nuova e ben disegnata stazione della Lilla non basta. 

A due passi da qui lo Stadio di San Siro e le lussuose ville dei ricchi calciatori. A Milano spesso è così: giri l’angolo, attraversi la strada,  e il contesto urbano cambia radicalmente, la miseria si fa nobiltà, il bello brutto, e viceversa. Milano è da sempre una città socialmente e urbanisticamente promiscua più di tante altre metropoli del mondo.

Il tram 16

Vale la pena sostare a piazzale Segesta, fosse solo per osservare gli arrivi e le ripartenze del tram 16, che qui fa capolinea. Giunge dalla lontana via Monte Velino, l’altro capolinea, attraversa orizzontalmente la città, da est a ovest, passando per il centro.  E’ un enorme bisonte colorato, che avanza inclinandosi e digrignando con le sue ferraglie sulla curva dei binari. Una deflagrazione visiva e acustica a intervalli regolari, che dà ritmo ed energia al piazzale. . Poi si ferma, tace e aspetta. Come un vero amico.