Piazza dei Piccoli Martiri è dedicata alla memoria dei 184 bambini uccisi la mattina del 20.10.1944 dalle bombe di un B-24 americano, che colpirono la scuola elementare di Gorla. Quelle bombe assassine erano destinate alle grandi fabbriche milanesi ancora nelle mani dei nazisti, la Breda, l’Isotta Fraschini, l’Alfa Romeo. Ma caddero sciaguratamente nel posto sbagliato.

Una strage  degli innocenti da “fuoco amico” – per la quale nessuno venne mai indagato – come i bambini iracheni sessant’anni dopo. Il monumento ossario eretto sulla piazza, con la statua di una madre velata curvata dal dolore che tiene sulle braccia protese in avanti il corpo del figlioletto morto, testimonia quell’assurda tragedia e ci interroga.

La memoria civile del luogo è come acuita da un altro tipo di memoria, quella dell’acqua dell’antico naviglio della Martesana, che scorre a fianco della piazza. E dallo stesso cinguettio degli uccelli, che si mescola al rombo dei tuoni in cielo annuncianti una pioggia imminente. Fa senso di memoria anche la presenza degli anziani in carrozzella, accompagnati da persone benevolenti,  e ospiti della residenza sanitaria San Francesco prospiciente la piazza e il naviglio.

La piccola e bella piazza dei Piccoli Martiri è come una piazza di paese, un’oasi di raccoglimento e di silenzio, di gesti di calmi e distesi, di parole premurose, di campane che suonano. Una sorta di spazio sacro nell’indaffarata Milano, violato a tratti delle macchine in transito, che passano lente, come se volessero spegnere i motori, ma intanto passano.