Piazza della Trivulziana è la piazza centrale della nuova Bicocca, il quartiere sorto là dove fino alla metà degli anni ’80 si estendevano gli stabilimenti della Pirelli. Siamo a due passi da Sesto San Giovanni, la ex Stalingrado d’Italia, dentro tutto un vasto territorio denso di memorie industriali e operaie ancora vive. Nel giro forse di neanche un decennio si è passati dalla città-fabbrica alla fabbrica della città.

La città resta lontana

Piazza della Trivulziava, articolata su due livelli, è come una grande “corte” circondata dagli edifici residenziali e di servizio, con le aree commerciali al piano terra, i percorsi pedonali che ne uniscono le diverse parti. Il rigore geometrico del costruito e le simmetrie degli spazi conferiscono al luogo una certa freddezza nordica. Siamo nel quartiere “scandinavo” di Milano, che di certo costituisce un unicum urbano e architettonico per tutta la città.

Qui la città sembra che fatichi ad arrivare, rimanendo lontana, un altrove. La piazza non mostra – almeno ad uno sguardo superficiale come il mio – quei segni particolari di vivacità che ci si aspetterebbe da un luogo candidato, nelle intenzioni progettuali, a divenire una nuova “centralità urbana” di Milano, integrando residenza, innovazione, tempo libero e cultura.

Piazza della Trivulziana comunque si muove,  genera spazi di aggregazione, grazie  soprattutto agli studenti che la abitano e la vivono. Eppure rimane netta la sensazione di una piazza sospesa, più vuota che piena, di una piazza ancora da da farsi.