Tempo del rider, tempo dell’algoritmo. E il tempo dell’algoritmo calcolante è il nuovo tempo eterodiretto della vita nelle città? Siamo tutti individui-rider? Forse sì, forse no, forse oggi, chissà domani, perchè anche l’algoritmo ha i suoi incubi, il suo “impensato”. C’è sempre un resto, un corpo, qualcosa che sfugge. Il traffico stradale. Un albero, una nuvola. Il desiderio quel giorno di starsene a casa.

Il rider è forse la figura più emblematica della temporalità all’epoca del cosiddetto capitalismo delle piattaforme. L’algoritmo di Deliveroo si chiama Frank, che – con le parole del General Manager della società – “risponde a questa semplice e fondamentale domanda: chi è il rider più adatto a cui proporre una consegna? Frank deve rispondere a questo quesito non una sola volta, ma migliaia di volte al secondo, un’attività che gli uomini non possono svolgere”. Migliaia di volte al secondo!

Frank definisce quindi delle gerarchie, genera competizione tra i rider “cottimisti”, misurandone e valutandone le performance. E’ lui il vero capo dei rider, invisibile come un fantasma, una sorta di “alias” del padrone, ma costantemente presente e vigile come un’entità reale incorporata nello smartphone. Molto più di una semplice app.

L’economia della piattaforma è l’economia della sorveglianza, la governance del lavoro è una governance metrologica fondata sul linguaggio universale dei numeri. Conoscere la lingua e i luoghi può essere utile al corriere per barcamenarsi negli spazi della città, tra ordine  e consegna, ma costituisce un fattore ininfluente. Chiunque, anche il migrante straniero appena sbarcato in terre sconosciute, può diventare rider in pochi istanti. Basta volerlo e disporre del mezzo necessario per farlo (una bicicletta, una moto).

Il rider metropolitano vive due temporalità distinte, ma strettamente connesse. Il tempo dell’attesa dell’ordine, che è il tempo non retribuito dell’essere pronti e disponibili all’interno del proprio “slot” orario. Un tempo tutt’altro che passivo durante il quale il rider si preoccupa di ricevere rapidamente un ordine dalla piattaforma. Se questo non accade e gli ordini sono troppo scarsi subentra un senso di ansietà e frustrazione. Non appena la comanda arriva, scatta il tempo accelerato e competitivo della consegna, da effettuare il più in fretta possibile in modo da poter accumulare più ordini. In definitiva, il tempo del rider è un tempo sospeso tra l’incertezza dell’ordine della piattaforma e la pressione disciplinare dell’algoritmo.

Il video utilizza immagini fotografiche rielaborate di rider ripresi casualmente dall’auto di Street View in una ventina di grandi città del mondo.