Ecco le nuove piazze di Milano City Life, un vero e proprio laboratorio urbano, dove si mettono a punto i nuovi spazi dell’abitare.
La prima e più grande è la luminosa piazza Elsa Morante, con la vasca d’acqua, gli alberelli da poco piantumati, i prati, le panchine, i giochi per i bambini. E con le nuove vie Italo Calvino e Luciano Berio, la piazzetta Alberto Burri nei pressi: un concentrato toponomastico di grandi nomi della cultura italiana modernista. Un parco urbano in formazione, nel cuore dell’insediamento residenziale di Milano City Life. Fino a un quarto di secolo fa qui sorgeva lo storico Palazzo Africa, centro pulsante della mitica Fiera Campionaria Internazionale di Milano soppressa nel 1991.
All’animazione giocosa e perditempo di piazza Morante segue il vuoto grigio dell’adiacente e altrettanto nuovissima piazza Tre Torri, che è poi la “piazza” dell’omonima stazione della linea metropolitana Lilla (M5). E’ posta ai piedi di tre grattacieli: la Torre Isozaki o Torre Allianz, detta il Diritto, l’unica ultimata; la Torre Hadid, detta lo Storto, in fase di avanzata costruzione; la Torre Libeskind, detta il Curvo, in edificazione. Un luogo ben “firmato”, si direbbe.
E tra diritto, curvo e storto ci sarebbe una terza neonata piazza, piazza Alberto Burri, che non faccio in tempo a visitare. Come si fa a dire, come spesso si sente dire, che Milano è una città senza piazze? Cosa significa tutto questo proliferare recente di nuove piazze? Siamo sicuri che si tratti sempre di “vere piazze”?Dalla bellissima “porta” di piazzale Giulio Cesare, con la rinnovata fontana delle Quattro Stagioni, alle Tre Torri è tutta una prospettiva. E’ come una vasta “rambla” di piazze in successione, che aprono alla città l’enorme spazio un tempo recitato dell’ex quartiere fieristico della Campionaria. Caduti i muri e scomparsi i cancelli, la città si riappropria di uno spazio vitale, che continua ad essere deputato alle relazioni, alla socialità, al gioco. Questo era in fondo l’habitat della vecchia, indimenticabile e amata “Fiera di Aprile” – così si chiamava prima di essere abolita – con le sue voci del mondo, i suoi entusiasmi, le sue meraviglie, che ora diventano memoria del futuro.