Piazzale Selinunte, quartiere San Siro, sembra più una piazza che un piazzale, a differenza di certe piazze di Milano che sembrano più dei piazzali: incertezze semantiche della toponomastica milanese. Ha una forma rettangolare arrotondata, delimitata dalle case, dai marciapiedi su cui si affacciano diversi negozi e dalla strada circolare a traffico tutto sommato contenuto. E’ quasi interamente occupata da un parco contornato da alberi alti e frondosi.
Al centro del giardino s’innalza la torre in mattoni rossi della ex centrale termica affrescata da un dipinto murale piuttosto impressionante, che si sviluppa in altezza per tutti i quindici metri della torre: un imponente obelisco colorato. Ci sono diversi spazi d’incontro e di aggregazione: un campetto di pallacanestro, una piccola area attrezzata con le altalene, le panchine sotto gli alberi, un bar tutto “etnico” molto frequentato.
Una piazza da sempre abitata dagli immigrati
Colpisce la facciata un po’ retrò e minimalista dello spaccio comunale al coperto, che vende prodotti alimentari a basso prezzo. Ha colori pastello, qualcosa di infantile, potrebbe figurare bene in un film di Wes Anderson. Dietro lo spaccio si estende il lunghissimo parcheggio di viale Aretusa, con i caseggiati popolari seriali ai lati, che disegnano una sorta di grigia “prospekt” da paesi dell’est.
Lo spaccio e la piazza sono frequentati quasi esclusivamente da immigrati stranieri. Qui la lingua più parlata è l’arabo. Fino a qualche decennio addietro i palazzi di questi luoghi erano abitati da altri immigrati, quelli provenienti dalle regioni del Sud Italia. E del resto Selinunte era un’antica città greca della Sicilia. Distrutta dalla vicina Segesta, il nome di un altro piazzale del quartiere, che si trova a cento metri da qui.
Sono case dell’Aler, l’ente di edilizia popolare che ha disegnato il volto di mezza Milano, specie in periferia e a San Siro in particolare. Case a volte occupate abusivamente dagli immigrati bisognosi. Interessate periodicamente dagli sfratti, contro i quali lotta il locale comitato di quartiere.
Il cielo è grigio, dei cani abbaiano. Le simpatiche ragazze del Magreb mi mandano cortesemente a quel paese con il dito medio di una mano alzato. Piazzale Selinunte ha tutto quello che deve avere una piazza per essere una piazza. Non pulitissima, a dire il vero, ma piazza. Una piazza che mi piace.