A piazza Miani l’incessante passaggio di veicoli costituisce la scena urbana di maggiore impatto, sul piano visivo come su quello uditivo. In realtà, in questa piazza che sembra più un piazzale,  c’è poco altro da vedere e da sentire. La stessa rotonda verde centrale – con le panchine, gli alberi frondosi, il sentierino che l’attraversa – appare poco frequentata. La vita pedonale scorre ai bordi, stazionando davanti ai negozi o ai cinque semafori che regolano il traffico. E se sono rossi,  a fare a piedi  il giro della piazza ci si mette un bel po’.

The Partisan

Anche in una piazza di traffico intenso a circolazione rotatoria come piazza Miani esistono spazi che affermano il senso del luogo, come il monumento “ai caduti per la libertà” sovrastato dalla scultura “Finestra nel cielo” di Carlo Ramous. E’ qui che la piazza si fa piazza, piazza della memoria e della storia, centro simbolico di un quartiere “partigiano”, la Barona, che ha dato un contributo determinante alla Liberazione di Milano. E’ qui che ogni anno si fa festa per il 25 Aprile. 

I rumori assordanti del traffico del presente finalmente svaniscono per lasciare il posto al raccoglimento e alle note della bellissima canzone The Partisan di Leonard Cohen. Un passante forse un po’ brillo mi saluta mostrando una rosa rossa. E questo mi basta, dà un senso, un’emozione, al mio essere in questo posto dai decibel infernali senza sapere più cos’altro filmare.