Un’estate delle anime è l’estate del 2010 in Sardegna. Le anime sono le anime dei defunti ricordati dai manifesti funerari affissi sugli appositi spazi pubblici.
Una poesia, una preghiera. Un andare tra paesi, spiagge, viottoli, muri. Un sostare nella piccola Piazza delle Anime di Orosei in una notte di festa e di balli. Ascoltare il rumore delle onde del mare e del maestrale, che da queste parti è il grande vento dei vivi e dei morti. L’abbaiare di un cane. Il gracidare delle rane. Il frinire delle cicale. E la bellissima E la chiamano estate cantata da Bruno Martino. Con la luna tra le nuvole in viaggio.
Nei piccoli paesi i morti non stanno solo al cimitero. Stanno ovunque: nelle strade, nelle case, vicino a un bar, sotto gli alberi, di fronte a un campo, alla fermata della corriera. Nei piccoli paesi i morti si vedono e ci vedono.
Un’estate delle anime
Vento di maestrale
tintinnano le foglie dell’ontano
cani abbaiano cicale friniscono
il vento muove le pagine del giornale
lungo il mare i campi i muri le case
ci guardano chiedendo una sosta
con occhi e sorrisi indefiniti
già di un’altra luce
di un altro cielo
di un’altra terra
di un’estate delle anime.
A summer in Sardinia, at the sea, filming funeral billboards and obituaries. A video-prayer in memory of our dead, who go light on the earth every day, for ever, our souls.