Vera Vincenzi (1936)

Ricordo il 25 Aprile e ricordo il giorno prima, proprio, che i tedeschi scappavano. Un esercito in rotta è una cosa veramente impressionante, però ricordo anche che non hanno fatto male a nessuno. Se ne sono andati chiedendo carri, buoi, i mezzi di locomozione… quelli contadini anche, persino delle botti per attraversare il Po, perchè il ponte era stato bombardato dagli americani, un bombardamento terribile.

E niente, questi tedeschi vanno, arriva la notte e durante la notte, a parte loro che partivano, ma si è sentito un rumore fondo, proprio il terreno che tremava. Ma cos’è cosa non è, al mattino ci svegliamo e troviamo tutti i campi vicini alla nostra casa pieni di carri armati, che erano quelli americani, erano arrivati gli americani.

Allora io e la mia mamma prendiamo la bicicletta e andiamo a trovar la nonna, che era sempre lungo il fiume però un po’ più avanti. Passiamo e io ricordo questo prato enorme, con delle tende, e c’erano questi soldati americani, belli, vestiti bene, pasciuti, che si facevano la barba con lo specchio attaccato agli alberi. E immediatamente li ho confrontati con i tedeschi che scappavano, affamati, laceri, brutti. Mi sono vista tutti questi ragazzi, si sentiva la musica, era Miller che suonavano. E allora mia madre si è fermata, abbian guardato con gli occhi fuori, abbian visto i negri per la prima volta!

E allora sono arrivati di corsa e le famose borse, che eran vuote, ce l’han riempite di cioccolato, di tutto. E io ho detto “Ecco perchè vincono questi, guarda come son messi!”, una bambina s’è fatta… me lo ricordo perfettamente. E un po’ stranite siamo arrivate dalla mia nonna e poi tutti in piazza, sui camion, coi fazzoletti rossi, tutti i partigiani, è stata una roba, una roba che me la ricordo ancora, bellissima.