In via Biella, quartiere Barona di Milano, c’è una lapide partigiana posta accanto al portone d’ingresso della casa con numero civico 30. E’ dedicata alla memoria di Guido Cimini, nato a Napoli nel 1889, che in quella casa visse e studiò. Sono tante le lapidi partigiane che s’incontrano camminando per le vie della Barona e di Milano. Ogni lapide una storia, che si perde nel tempo, nella città. Un  umile marcatore di luogo, dove qualcosa di grande è successo e che ci invita alla sosta, a sollevare lo sguardo da terra.

Guido diventò partigiano in età avanzata, fatto non tanto frequente. Combattè nelle fila della brigata volante Aldo Oliva e del Distaccamento Autonomo Brigata Ticino. Morì nel campo di sterminio di Dachau il 6 di febbraio del 1945. Il mese dopo avrebbe compiuto 56 anni.

Il frottage come arte della memoria

Il 10 di marzo del 2013 ho filmato un’azione di frottage di strada eseguita sulla lapide  partigiana di via Biella dall’artista milanese Giovanni Rubino, napoletano come Guido. La mano di Giovanni scorre velocemente con un gessetto nero su un grande foglio di carta bianca tenuto sopra la lapide. La scritta marmorea si riproduce sulla carta, lentamente, un ricalco che è come l’affiorare del ricordo.  

Da diversi anni Giovanni, sempre magro e vestito di nero,  va in giro per Milano con il suo progetto FAREMEMORIA. Arrivato nel luogo dell’azione, sale su una scaletta prestata da un barista,  un negoziante della zona, e fa quello che si vede nel video. 

Qualcuno si ferma a guardare, chiede. Altri passano indifferenti. La lapide è sempre lì, paziente, con sotto la corona ingiallita, che i volontari dell’Anpi di zona cambieranno in occasione del prossimo 25 Aprile.