Quante sono le piazze di Milano? Se non ho sbagliato a fare i conti, sono esattamente 258. Poche? Tante? Facendo il confronto con alcune altre grandi città italiane Milano non sfigura, anzi. Milano ha 5240 abitanti per piazza, un rapporto non molto distante da quello di Roma (poco più di 5000) e nettamente migliore di quello di Torino (oltre 7000). Questi semplici dati smentiscono lo stereotipo corrente in base al quale Milano non sarebbe una città di piazze.
Milano conta anche oltre 60 piazzali. La differenza tra piazza e piazzale non è sempre così chiara e netta, registrandosi a volte un’evidente contraddizione tra la classificazione stradale vigente e la realtà effettiva. Ci sono piazzali (come piazzale Selinunte) che sono delle piazze e piazze (come piazza Kennedy) che sono dei piazzali. Sino al caso poco comprensibile di Rimembranze di Lambrate, etichettato come viale, ma che di fatto è una vera e propria piazza.
La piazza è definibile essenzialmente come un’area libera il cui perimetro è delimitato da costruzioni e generalmente posta all’incrocio di più vie. Per piazzale s’intende invece una grande piazza con un almeno un lato sgombro da edifici. Una piazza costituisce spesso il centro della vita comunitaria, economica, sociale, politica, e culturale di un paese o di un quartiere. Tali funzioni simboliche e aggregative non sono generalmente proprie del piazzale, che si caratterizza spesso come luogo di localizzazione di servizi e snodo del traffico veicolare. Ma non di rado, nella città reale, tali differenze terminologiche tendono a sfumarsi, se non a capovolgersi.
La mappa delle piazze di Milano
La morfologia, l’architettura e le funzioni delle piazze sono strettamente legate alla storia economica, sociale, politica e religiosa di una città e alle sue caratteristiche fisiche e urbanistiche. L’espansione della città moderna e contemporanea non si è peraltro accompagnata, se non in misura contenuta, alla diffusione territoriale delle piazze. La nuova città delle cosiddette periferie è spesso una città senza piazze o con poche piazze. La mappa che segue relativa alla distribuzione spaziale delle piazze di Milano mostra bene come le piazze si concentrino in gran parte nelle zone centrali della città.
Ci sono interi quartieri periferici anche densamente popolati dove il numero delle piazze si conta sulle dita di una sola mano. E’ paradossale constatare che proprio laddove oggi risiede la grande maggioranza della popolazione urbana vengano meno luoghi importanti come le piazze. Esse hanno innervato la trama della città storica, contribuendo in modo determinante a definirne la scena e la capacità di rappresentazione. Un quartiere – ossia un città, perchè Milano è città di città – privo di piazze è un quartiere triste, grigio, chiuso, muto. E’ un quartiere povero di centralità, connessioni, punti di orientamento e incontro, di sguardi, perchè in una piazza si va anche (se non soprattutto) per guardare ed essere guardati.
Dal centro alla periferia
Quasi tutte le non poche nuove piazze nate a Milano nel corso degli ultimi anni, per lo più frutto della dismissione della vecchia città industriale e fieristica, sono localizzate nelle aree centrali o quasi centrali. In alcuni casi si tratta di piazze finte, nominalistiche, puri omaggi toponomastici alla memoria di personalità note della vita cittadina o nazionale. Piazze vuote fatte per gli occhi – come la piazza Gino Valle, più grande di piazza del Duomo – che nessuno guarda. Ma tant’è, fanno numero, fanno città globale. Si è affermata anche una certa moda delle piazze in sequenza, tutte rigorosamente “firmate”, un po’ come delle “ramblas” di nuova generazione.
E’ invece nelle zone periferiche, e non più in quelle centrali, che bisognerebbe creare le nuove piazze di Milano in quanto luoghi portatrici di accoglienza, buon abitare, qualità urbana e bellezza diffusa. Fare le nuove piazze di cui gli abitanti delle periferie hanno bisogno significa interrogare e leggere il territorio, scegliere con cura gli spazi aggiuntivi idonei, recuperare a nuovi usi comunitari quelli esistenti (come certi slarghi, spiazzi, incroci). Nuove piazze disegnate e progettate non a partire dalle idee di architetti più o meno famosi, ma dalla creatività e partecipazione diretta degli abitanti.
La serie video Milano Piazze
Nel corso del 2016 ho realizzato, con la serie di Milano Piazze, dei brevi ritratti video relativi a una ventina di piazze milanesi, in gran parte periferiche o semi periferiche. A ciascuno di essi ho già dedicato un articolo di commento in questo stesso sito, che può essere rivisitato utilizzando la mappa seguente. A partire dalla primavera del 2019 la serie Milano Piazze riprende e si rinnova diventando Parole in piazza, un progetto svolto in collaborazione con l’associazione Quarto Paesaggio.
I milanesi continuano a frequentare le piazze dei quartieri in cui vivono, nonostante, a volte, certe presenze disturbanti (come gli zingari), la scarsa manutenzione e i gesti di persone incivili che deturpano i luoghi. Ma anche nonostante le “nuove” piazze dei centri commerciali e di quelle virtuali del web. E’ una piazza sempre più interetnica, luogo di ritrovo degli immigrati stranieri, che fanno però gruppo a sé senza interagire con gli italiani.
Non di rado è una piazza interrotta, divisa in due o più parti dalle direttrici di un traffico urbano quasi sempre intenso e rumoroso. Una vera piazza dovrebbe essere uno spazio maggiormente protetto, uno spazio come sospeso, rispetto al vivere caotico del contesto urbano che la circonda. E’ che nella città dei flussi le esigenze della mobilità vengono prima di quelle del riposo, del sostare, del tempo lento e gratuito della piazza.
Potrei svolgere qui altre riflessioni specifiche ispirate alla visione dei video. Ma la cosa che più mi piace sottolineare, a conclusione di questo articolo, è che a Milano non solo le piazze esistono, ma esistono anche le persone che le vivono. Il senso e la bellezza delle piazze risiede nell’essere dei luoghi in cui si svolgono azioni utili e molto semplici: osservare, ascoltare, incontrare, chiacchierare, giocare, leggere, aspettare, riposare, pensare, passeggiare, e tanto altro ancora. La piazza è lo spazio straordinario e un po’ magico della vita ordinaria di tutti i giorni. E’ quell’impagabile sentirsi al centro del mondo, stando magari seduti su di una panchina accanto a un albero.