Giorni di Liberazione #19 – Italo Barbieri.

C’erano i fratelli maggiori di miei amici coetanei che avevano fatto i partigiani qui. Erano dei Gap e li avevano presi.

 Al 25 Aprile uno di questi ragazzi m’ha detto:  “Andiamo a San Vittore, perchè adesso li fanno uscire tutti”.  Uno dei suoi fratelli l’avevano preso ed era dentro. Allora siamo andati là. Però non siamo stati fortunati. Era vero che lasciavano andare tutti i prigionieri politici, però lui non è venuto in quelle ore che siamo stati là noi.

L’altra cosa che mi ricordo, non so se era la fine di aprile o i primi di maggio. Eravamo in via Barrili sull’angolo di Montegani.  Un tram ha visto un po’ di ragazzi e si è fermato. Il conducente ha messo fuori la testa dal finestrino e ha detto: “Uei, andì in piazal Luret, che gh’è el Bugiun!” Era Mussolini il Bugiun. E allora siamo andati, a piedi, dalla Baia. Siamo arrivati là e mi è capitata un’altra cosa. Li stavano ancora attaccando per i piedi. A un certo momento arriva un camion, si vedono dei partigiani che tengono in mezzo un uomo in tuta da meccanico. Io andavo già in officina, facevo il tornitore. Si era travestito da meccanico, era niente di poco meno che Starace. E l’hanno ammazzato lì”.

“Io però avevo visto già una cosa brutta del fucilare. Alla Baia del Re. Durante la Repubblica di Salò c’era un portinaio, che dall’anzianità non era uno di leva, era proprio un fascista. Se tu vai nella porta dove c’era quello lì c’è la lapide di tre che sono morti in campo di concentramento. E li aveva denunciati lui. Allora al 25 Aprile proprio l’hanno cercato in casa, ma lui è scappato. Essendo portinaio sapeva tutti un po’ i trucchi. Era vicino a un asilo. E’ andato nell’asilo, è venuto fuori in via Barrili, è andato in una casa che sapeva che la famiglia aveva un figlio carabiniere. E questo carabiniere ha cercato di proteggerlo. Ma non ha fatto a tempo.

Sono arrivati quelli là… Il papà del carabiniere faceva il calzolaio. E questi qui, si vede che secondo loro era troppo poco le mani e lo avevano conciato male proprio. In casa del calzolaio c’erano quelle forme di legno per le scarpe e lo picchiavano con quelle lì. E’ poi arrivato un grosso camion di partigiani dell’Oltre Po pavese. E allora l’hanno preso loro. In Montegani c’è la scuola, la scuola di Via Palmieri. L’hanno portato lì, l’hanno tenuto come prigioniero, interrogato dalla gente della zona. Per l’antiarea davanti agli ingressi delle cantine si facevano dei muretti per proteggersi dalle schegge delle bombe che cadevano in strada. Non stava in piedi dalle botte e allora lo hanno seduto lì. Madonna, sparavano, ma questo qui riusciva lo stesso a stare su. Questi sono stati i miei giorni di Liberazione”.

Baia del Re, Milano, 1945 – Fotografia di Federico Patellani. Fonte: www.mufoco.org

Giorni di Liberazione#19 – Italo Barbieri fa parte dell’archivio dei ricordi della Liberazione di Fareluogo.