A piazza Cinque Giornate c’è un un leone. E’ il Borleo, che se ne sta sdraiato alla base del monumento di Giuseppe Grandi dedicato all’insurrezione dei milanesi contro gli austriaci del 18-22 marzo 1848, el quarantott. E lì dal 1895, in eterna compagnia di cinque belle e vigorose donne, ciascuna delle quali rappresenta una delle giornate eroiche. E’ il simbolo del popolo che si risveglia e si solleva contro la tirannia, quel leone. Proveniva da uno zoo di Amburgo e, narra la leggenda, per risvegliarne la voglia di ruggire, assopita dopo tanti anni di gabbia, gli fu praticato un “serviziale”, cioè un clistere. Una leggenda ripresa dallo scrittore Francesco Ogliari, il cui racconto arguto sono le parole in piazza del nostro video. “Ruggisci!, gli intima Grandi, con carboncino e foglio in mano: ma niente, quello non se la dà per inteso…”
In Cinque Giornate c’è un altro monumento, visibile come l’obelisco risorgimentale da ogni angolo della piazza. E’ il grande palazzo di dieci piani in vetro e metallo dei Magazzini Coin, sorto negli anni ’60 del secolo scorso. Coin è il cognome del fondatore, che in inglese significa moneta: quando si dice “un nome un destino”. Forse più che un monumento, un tempio, un tempio dei consumi. Sulle sue enormi vetrate si riflettono le immagini della vita che scorre sulla piazza, specchio del mondo, vetrina globale.
Per il resto, non c’è molto altro da vedere e filmare. Ci sono, ai lati della piazza, i due vecchi caselli daziari, uno occupato da un’enoteca, l’altro da un’agenzia turistica. Nei pressi dei caselli, delle piante, delle panchine, come dei micro giardinetti, delle piccole oasi per chi vuole sostare. E poi il solito traffico veicolare, che taglia la piazza, circonda l’obelisco, mentre il Borleo osserva con “aria seccatissima”, come scrive Ogliari.
Piazza Cinque Giornate è la 27^ piazza della video mappa Milano Piazze