Nella “Milano Orbital” del sistema di tangenziali che circonda la città transitano giornalmente oltre 400 mila veicoli. Tir, camion, automobili, moto, che trasportano in primo luogo corpi, vite di uomini e di donne, di bambini e di vecchi. Con i loro desideri e le loro inquietudini.
L’occhio sferico di Google Street View
Decine di milioni di passaggi umani, ogni anno, che non lasciano tracce, incidenti a parte. Ma con un’altra unica eccezione: il giorno, l’istante, in cui queste vite tangenziali incontrano il grande occhio di Google Street View. E’ occhio sferico fatto con 11 obiettivi delle macchine fotografiche Dodeca montate sul tetto delle innumerevoli Google Cars, che periodicamente vanno in giro per il mondo fotografando ogni dove.
Un qualsiasi dove, un infinito spazio di infiniti luoghi, che questo gigantesco sismografo visivo “fotopofago” ci porta direttamente e gratuitamente nel computer rendendoci viaggiatori virtuali immobili. Non più flaneur, ma soltanto voyeur, questo il destino dell’uomo che guarda ed è guardato. Dell’uomo a vista. Dell’uomo virtuale.
Ho provato a dare un’anima alle immagini fredde e cimiteriali di Street View scaricate dal Web. Le ho associate alle voci di camionisti captate da casa attraverso la mia radio portatile. Ho aggiunto musiche, messaggi, notizie, altre voci, rumori. Al risultato di questo patchwork ho dato il titolo di Sintropie, a significare come l’ordine delle vite tangenziali sia fatto da tante parti diverse e tra loro in qualche modo connesse.