Piazza Carlo Stuparich di Milano non ha quasi nulla della piazza comunitaria e ha invece quasi tutto dell’anonimo piazzale spartitraffico di periferia. E’ dedicata alla memoria di uno scrittore e patriota triestino morto suicida sull’Altopiano di Asiago durante la Grande Guerra. Un eroe, medaglia d’oro al valore militare, in una piazza che di eroico ha ben poco. Gli eroi di oggi sono più che altro gli sparuti e frettolosi pedoni in mezzo al traffico veicolare convulso e assordante che “taglia” la piazza.
Il commissario Bertè, protagonista del romanzo Chiodo fisso di Emilio Martini (pseudonimo delle sorelle scrittrici Elena e Michela Martignoni) capita, dopo molto tempo, in una piazza Stuparich irriconoscibile. “I giardinetti non c’erano più. L’area era cintata di fasce di plastica arancione: i giardinetti dove aveva trascorso l’infanzia e l’adolescenza ora erano un cantiere”. Un cantiere che non ha mai dato alla piazza una sistemazione definitiva e dignitosa. Avrebbero dovuto rinascere i giardinetti di Bertè, una grande aiuola, dovevano arrivare nuovi alberi al posto di quelli tagliati. “Bertè scosse la coda sconsolato”.
Una piazza sospesa
Ma poi non è proprio un non-luogo questa non-piazza Carlo Stuparich, come a prima vista sembrerebbe. C’è lo Spazio di Mutuo Soccorso attivo nei bei palazzi posti sul lato nord della piazza da tempo in abbandono, occupati e rigenerati dal centro sociale Cantiere insieme ad abitanti del quartiere. Un luogo di vita e di incontro, che intreccia relazioni, bisogni e desideri ai bordi della piazza.
Entro il mese di Giugno verrà inaugurato il nuovo Palalido, che sorge sulle macerie del vecchio Palalido del 1961 finito di demolire nell’ormai lontano 2013. Una storia travagliata, punteggiata da continui rinvii, ma adesso il nuovo impianto è lì, finalmente finito e pronto per essere usato Ha la forma di una grande astronave grigia atterrata al lato della piazza Stuparich, di cui in realtà non fa parte. Non so se è stato previsto di apporre al suo interno almeno una targa in memoria dello storico e mitico palazzetto di un tempo, luogo di memorie sportive, musicali, politiche. Qui hanno giocato le “scarpette rosse” dell’Olimpia Basket, hanno suonato gli Who, i Rolling Stones, i Police, hanno parlato Berlinguer e Craxi, si sono battuti grandi campioni della boxe mondiale. L’astronave non può cancellare le immagini e i ricordi di un luogo amato da generazioni di milanesi e non solo. E chissà se potrà contribuire a fare di una piazza sospesa e irrisolta come piazza Carlo Stuparich una vera piazza.