Luigi Aielli (1937)
La cosa che più mi aveva colpito era stato quando c’era il Pippo, che bombardava, mitragliava. L’aereo che ogni tanto veniva a Milano e buttava giù le bombe. Quando era un certo orario che lui arrivava, suonavano le sirene, io abitavo su al secondo piano , in Via Chiesa Rossa, ero al 163, ed eravamo su, mi ricordo che mia mamma veniva lì, mi prendeva con le coperte e andavamo giù. Perchè giù c’era un mio zio che aveva una rivendita, aveva il gioco delle bocce, mi ricordo che al sabato sera ballavano lì con l’organo e io andavo giù a girare le canzoni con l’organo.
Finita la guerra, nel Naviglio c’era dentro di tutto: fucili, rivoltelle, bombe a mano… buttate dai tedeschi che scappavano. Lì al Gratosoglio, proprio lì dove c’è la curva, un partigiano con una pistola di legno ha fermato un convoglio di tedeschi. Questi l’han visto, si son fermati, han detto “Cosa vuoi, dici cosa vuoi, che non ci sono problemi”, perchè non avevano più nessun interesse a reagire…
Mi ricordo che giù alla Conca Fallata, che si chiama Scudo d’Italia, lì via Chiesa Rossa 163, che c’è ancora quel palazzo lì, lungo, alto… E mi ricordo che lì, allora, c’erano due ragazzi che andavano giù nella discesa lì, che sotto lì c’era una lavanderia, dove c’era mio zio che aveva questo negozio di… una posteria, diciamo, vendeva di tutto, il vino… mi ricordo che arrivavano lì tutti a bere…
Arrivavano lì, lì c’era questa discesa, giù c’era questa lavanderia, venivano giù con i camion pieni di roba da mangiare. E allè, tutta la gente che abitava lì a prendere pane, pasta, tutto quello che c’era. E l’abbiamo fatto un bel po’ quella roba lì.
Poi… L’altra cosa che mi ricordo un aereo che hanno buttato giù alla Bella Via, giù dal ponte della Conca Fallata e lì hanno preso un aereo, è andato giù l’aereo. Mi ricordo che sono andati lì, quel povero cristo di un pilota gli han portato via tutto, l’hanno svestito.