I “bambini Lumière” sono i bambini presenti in molti dei 1.428 film prodotti dalla società dei fratelli Lumière tra il 1895 e il 1905. Due dei dieci cortometraggi Lumière proiettati per la prima volta in pubblico a Parigi il 28 Dicembre 1895 hanno per soggetto principale la piccola Andrée, figlia di Auguste Lumière. In entrambi i casi l’operatore alla macchina è Louis Lumière, fratello di Auguste.
Nel primo film, Andrée, sostenuta dal padre, immerge divertita la mano nell’acqua di un vaso di vetro dove nuota un pesciolino rosso. Nel secondo film, Andrée, seduta a un tavolo del giardino di casa in mezzo ai genitori, sta consumando la “pappa” imboccata amorevolmente dal padre. Secondo le cronache di quel mitico 28 Dicembre 1895, gli spettatori rimasero colpiti non tanto dalla simpatica e ammiccante bambina quanto dalle foglie degli alberi che si muovevano sullo sfondo scosse da un forte vento.
La bimba Andrée compare in altri film Lumière, anche assieme alla sorellina Suzanne e ai cuginetti Marcel e Madeleine Koehler, come ad esempio nello stesso famosissimo L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat. Andrée Lumière non diventerà un’attrice, morirà a soli 24 anni, vittima dell’epidemia di influenza spagnola del 1918.
Tutti questi piccoli film anticipano di oltre mezzo secolo lo sviluppo del cosiddetto “cinema di famiglia”, che si diffonderà con l’arrivo delle cineprese a passo ridotto o superotto. Cinema di famiglia, cinema documentario, fotografia animata, ma alla fine semplicemente cinema, come nuova forma di guardare e raccontare il mondo.
Bambini del mondo
La rappresentazione dell’infanzia dei Lumière non si limita agli ambienti della ricca e rassicurante domesticità borghese cui Andrée, Suzanne e il loro cugini appartengono. Un terzo film dei dieci proiettati al Salon Indien du Gran Cafè del Boulevard des Capucines di Parigi ci parla ancora di bambini, anche se questa volta un pò più ragazzi. Li vediamo tuffarsi in mare uno dietro l’altro da un trampolino, sguazzare felici tra le onde. E anche il mare – con le spiagge, le barche, i battelli, i porti – sarà costantemente presente nello sguardo aperto e abbracciante dei fratelli Lumière.
I bambini Lumière sono dappertutto, nelle strade e nei parchi della città, al mare, nei mercati, su di un piroscafo . Giocano, corrono, saltano, s’azzuffano, pescano, danzano, raccolgono monetine da terra lanciate da donne in bianco “devant la pagode de dames“. Sempre in movimento – mai fermi o in posa come in una fotografia – perché il cinema è l’arte del movimento. Appaiono spesso mescolati agli adulti nella vita pulsante delle tantissime vedute Lumière. Sono bambini europei, africani, americani, asiatici, ricchi o poveri. perché quello dei Lumière, appena nato, è già un cinema globale, in giro per il mondo.
L’infanzia del cinema, quindi, è anche il cinema dell’infanzia, un rapporto originario molto stretto destinato a caratterizzare l’intera storia della settima arte sino ai giorni nostri. Un cinema che nasce come sinfonia di sguardi sul mondo non poteva certo fare a meno dello sguardo impregiudicato dei bambini, che promana non dal pensiero, ma dallo stupore per le cose del mondo. “Il bambino – ha scritto Andrè Bazin – non può essere conosciuto che dall’esterno. Egli è il più misterioso, il più appassionante, il più sconvolgente dei fenomeni naturali”. Un mistero, una passione e uno stupore che accomunano cinema e infanzia.