Cesare Cucchi (1932)
Ricordo bene, in quel periodo, una guarnigione di soldati inglesi, o forse erano anche scozzesi, che si erano accampati in piazza vicino al monumento Cesare Correnti in quattro o cinque graduati. Sono stati anche molto gentili, hanno preso noi, il nostro bar, come un punto di aiuto. Però non si fidavano del nostro the, perchè erano abituati forse a quei the britannici dell’ora canonica. Ci hanno chiesto allora di poterlo fare nel nostro retro bottega, che era, come tutto il negozio, molto improvvisato.
Quando sono arrivati i partigiani a Milano siamo andati in Corso di Porta Ticinese per vedere questo rientro, pacifico direi, perchè Milano era abbastanza tranquilla in quel periodo lì. E noi siamo andati lì per vedere le camionette, le jeep, il corteo di mezzi che portava a Milano le compagnie di partigiani.
Ero con mio padre, io mio fratello e mio padre… Lui poi ci ha portato anche a Loreto, quando hanno appeso il Duce e tutti i suoi, mi ricordo bene, a me e amio fratello piccoli ci ha fatto una grossa impressione tanto da non dormire per alcune notti successive.
Noi siamo andati in bicicletta, io mio fratello e mio padre, siamo rimasti lontani, anche perchè siamo arrivati che la piazza era piena di gente… Forse il significato vero e proprio l’abbiamo appreso dopo, naturalmente, non subito, perchè era uno spettacolo forse per adulti, da non far vedere ai bambini, mio padre invece ci ha portato, forse voleva anche spiegarci, farci rendere conto dell’atmosfera di quel momento… A me sembra di non aver visto altri bambini, forse perchè siamo rimasti lì poco, non delle ore. Mio padre ci ha riportato indietro, diciamo dopo venti minuti, mezz’ora, non di più.