Casta Diva è il titolo di un mio video found footage del maggio 2018 dedicato alla Luna. Lo ripropongo qui oggi, 20 luglio 2019, in occasione del cinquantenario del primo allunaggio umano. Ma prima qualche cenno a quella storica impresa, che ha cambiato per sempre i rapporti tra gli esseri umani e il mondo celeste.
I primi uomini a metter piede sulla Luna furono gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Accadde 50 anni fa, il 21 luglio 1969, alle ore 02:56 UTC, sei ore dopo l’allunaggio della navicella Apollo 11 avvenuto alle 20:17 del 20 luglio. “Tranquility base here. The Eagle has landed”, disse Armstrong, riferendosi al modulo di atterraggio della navicella, il Lem. Fu lui a lasciare le prime impronte di piedi umani sul suolo lunare, seguito venti minuti dopo da Aldrin. Il terzo componente della missione, Michael Collins, pilota del modulo di comando, rimase in orbita con la navicella. Settecento milioni di persone erano incollate davanti ai televisori di tutto il mondo con il fiato sospeso, lacrime di meraviglia e felicità. “Ha toccato!”, esclamò il biondo e occhialuto giornalista cagliaritano Tito Stagno rivolto ai milioni di italiani che seguirono l’interminabile diretta Tv dello storico sbarco.
La missione terminò il 24 luglio, con l’ammaraggio nell’Oceano Pacifico. I tre astronauti riportarono sulla Terra 22 kg di materiale lunare, cui altri si aggiunsero con le missioni degli anni successivi. La loro analisi portò alla scoperta di nuovi minerali, alcuni dei quali provenienti da Marte o da Venere e dalla stessa Terra. Un vero e proprio “archivio” materico del sistema solare. Frammenti di queste rocce lunari si trovano oggi in alcuni musei, ma vengono anche scambiati e comprati tra collezionisti. Nel 1993 tre “briciole” meteoriche raccolte dalla missione Luna 16 sono state vendute per la bella somma di 442.500 dollari.
Casta Diva
Casta Diva è l’aria più celebre dell’opera Norma di Vincenzo Bellini composta nel 1831. Maria Callas ne ha dato, con la sua straordinaria voce, una sublime interpretazione, che accompagna le immagini del video. E’ una preghiera che la sacerdotessa gallica Norma rivolge alla Luna invocando la pace tra Galli e Romani. “Spargi in terra quella pace/che regnar tu fai nel ciel”. E’ casta, la Luna, come a simbolizzare, per contrasto, la verginità perduta della Terra. Le macerie delle guerre, le sofferenze dei migranti, la spoliazione delle foreste, l’impoverimento dei mari, la scomparsa dei ghiacciai e di tante specie animali, qui, sulla Terra. La Luna osserva da lassù, pallida e impotente, con il suo sorriso melanconico.
Casa Diva è però capace di incoraggiare i nostri amori, i nostri sogni, di alleviare le nostre angosce di cui è spesso confidente notturna, specie tra i poeti. “O graziosa luna, io mi rammento/che, or volge l’anno, sovra questo colle/io venia pien d’angoscia a rimirarti” (Giacomo Leopardi). La Luna è l’altro che è in noi, uno specchio femmineo lontano, inaccessibile, e nello stesso vicino, intimo, spirituale. E’ il corpo celeste a noi più prossimo, dista “appena” 380.000 km. Per questo fa parte del nostro mondo finito, del nostro cielo, delle nostre pene, fantasie, immaginazioni, memorie, delle nostre pratiche e dei nostri bioritmi. E’ come un luogo altro della Terra nello spazio infinito dell’universo, un luogo dell’anima che incontra il cammino di tutti noi pastori e viandanti. La Luna insomma, l’unico e prezioso satellite del pianeta Terra, ci aiuta a vivere.